Sapete qual è stata la cosa che più mi ha colpito di Agape? È un posto pensato per l’incontro: tutto ti trascina giù, verso il salone, verso il dialogo e la vita comunitaria, è il posto stesso che ti impedisce di isolarti. E chi più di noi giovani ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa? Siamo saliti e salite con queste domande in testa, su e più su per la strada tortuosa in cerca di qualche risposta, in cerca di confronto con altri e altre che ci fossero simili.
Durante il Campo Giovani, che si è tenuto ad Agape nel mese di novembre, abbiamo discusso e affrontato più aspetti dell’adultità e, in particolar modo, vorrei soffermarmi sull’attività del gioco di simulazione. È stato un vero e proprio viaggio nel futuro: ci siamo seduti a gruppetti nel salone e abbiamo giocato a viaggiare nel tempo; chiusi gli occhi, ci siamo proiettati e proiettate sempre più avanti, di anno in anno, aiutati da una meditazione collettiva coordinata dal microfono di staffisti e staffiste. Nel momento in cui abbiamo riaperto gli occhi, eravamo immersi e immerse in una nuova realtà. Eravamo sempre noi stessi: eppure, proiettati in questa nuova vita, ci siamo trovati a raccontarci con quegli stessi amici l’accaduto in questi anni passati. Ad ogni nuovo risveglio ci venivano assegnati “imprevisti” che potevano sconvolgere da cima a fondo ciò che ci eravamo immaginati, esattamente come nella vita di tutti i giorni. È stato difficile, durante i primi turni, immaginarsi così in avanti nel tempo (anche solo di un anno: riuscireste ad immaginare l’accaduto di un anno intero?) ma piano piano è diventato sempre più coinvolgente e automatico, esattamente come se le cose fossero accadute davvero. Fino ad un punto di rottura e di conclusione, in cui abbiamo dovuto immaginarci una (per fortuna) fittizia e traumatica chiusura di Agape, a un punto in cui ormai tutti avevamo superato il 2060. Quest’attività, come tutte le altre, ci ha avvicinato ad un concetto astratto e complesso, l’adultità.
La domanda di apertura del campo Giovani 2018 recitava:
“Sei in grado di considerarti completamente Adulto? Per quali aspetti e fattori la tua risposta è stata sì o no? Sarai avvolt* da una sensazione di totale spaesamento, nessun problema! Avessimo la risposta a tutto non potremmo porci nessuna domanda, e che mondo sarebbe?”
Che nessuno e nessuna si senta solo in questa impresa che deve essere, anzi, affrontata insieme. Un campo pensato per i giovani e le giovani, creato da coloro che si sentono giovani dentro, uno spazio dedicato a tutti coloro che si sentono intrappolati “nel mezzo”.
Stella Faggioli