News & Aggiornamenti

Sono diversi mesi che non condividiamo con voi gli aggiornamenti su quello che succede lassù, nei monti Pralini. I lavori per la realizzazione del nuovo sito ci hanno visti molto impegnati in questi ultimi mesi, ma certo non per questo la vita nel centro si è interrotta, anzi!

Riprendiamo dal principio, è iniziato un nuovo anno e da Settembre 2017 un nuovo gruppo residente ha preso il proprio posto nelle stanze della grande casa residenti oltre il campanile.

Allora dobbiamo davvero fare un passo indietro e, se anche con gran ritardo dedicare ancora un saluto e un grande ringraziamento a chi a Settembre 2017 ha invece concluso il suo percorso da residente: Anissa Renner, Jacopo Mottironi, Lara Aurelie Kopp-Isaia, Martino Bisetti, Nicos Ohse. A loro auguriamo un buon proseguimento di vita post-agapina, sperando di rivedersi presto.

Per il nuovo gruppo residente invece vi presentiamo la formazione attuale, che si sta preparando all’estate che si avvicina: Chiara Macchi, Olga Ithurburu, Fulvio Capra, Dominik Ocsofszki, Luca Casale, Viktor Segergäll, Chilo Brackett Garrou Forsyth, Katarina Janošević. Le nazionalità presenti sono Italia, Germania, Svezia, Serbia e Stati Uniti. I residenti si sono trovati sui lidi liguri, per la loro consueta retraite pre-estiva, con l’obiettivo di consolidare le dinamiche di gruppo e arrivare prontissimi all’arrivo dei campi. 

Quali altre novità? Beh, il centro si è animato spesso e volentieri di diversi gruppi che nei week-end durante l’anno hanno sfruttato la struttura per organizzare le proprie attività e programmi: gruppi di studenti universitari, eventi di danza, tai chi e sport sulla neve, i week-end dei catecumeni e il pre-congresso della FGEI. Da parte di Agape si sono svolti il campo Formazione a inizio anno, seguito dalla Staffissima a febbraio, un appuntamento per tutte le staff di Agape, e infine il campo Lesbico durante il week-end di Pasqua.

Ora ci si prepara per l’estate che arriva veloce con i campi estivi per adulti e minori e che porta con sé alcune belle novità. Avrete visto dalla pagina facebook che ogni campo ha un evento dedicato e le staff fanno a gara a chi posta la foto più cool! Le novità di quest’anno riguardano in particolare tre campi. Entra nel programma la nuova proposta PC Tut*, un campo che accoglie campisti e campiste compresi nella fascia di età che parte dalle elementari fino alle medie. Un proposta per bambini e bambine di diverse età in un contesto di comunità e di cura, guidati da una staff tutta nuova, pronta per sperimentarsi con modalità innovative.

 

Il campo campolavoro viene rilanciato sotto una nuova veste; pur mantenendo la sua natura a metà tra un classico campo e una settimana di campo lavoro, ha deciso di affrontare il tema del genere in tutte le sue sfaccettature. E infatti acquisisce una nuova denominazione, “Ultragender” e si dota di una nuova staff internazionale che saprà combinare lavoro pratico e attività di riflessione in una settimana tutta da scoprire.

Altra new entry del programma è il week-end autunnale dedicato ai e alle giovani. Ritorna così, in un formato ridotto, una proposta per la fascia dai 18 ai 30, un week-end per parlare di adultità, per confrontarsi sulle sfide di questa fascia di età ricca di cambiamenti, momenti di passaggio, rivoluzioni, crisi e ricerca.

Ma ovviamente ritroverete nel programma anche le classiche proposte di ogni estate, che tanto attendiamo per tutto l’anno, e ci riportano ogni volta tra le mura di Agape, facendoci sentire sempre a casa ma allo stesso tempo dandoci sempre la possibilità di metterci in gioco.

Per questo brevissimo resoconto chiudiamo qui, invitando sempre chiunque lo desideri a unirsi al gruppo di lavoro Agape Comunicazione o proponendo contenuti da poter condividere su queste pagine.

 

Quindi insomma buon inizio estate e tutti e tutte, ci si vede lassù, tra una pennichella post-pranzo sul prato, un dibattito in salone, un partita di pallavolo, un laboratorio in saloncino nuovo, una gita, un caffè nel dehor, una grigliata in matroneo, un momento di condivisione in chiesa all’aperto e una festa in camponcino.

A presto!!

Una comunità che condivide

Agape: un piccolo – se piccolo si può chiamare – luogo al limite di Prali; un insieme di pietre, legno e amore.

Anche quest’anno, come per me è ormai una tradizione da quasi dieci anni, ho avuto l’onore di poter partecipare a uno dei campi estivi: è stata la volta del mio primo campo cadetti, per adolescenti dai 14 ai 17 anni.

Durante il campo si è parlato a lungo di comunità, in ogni modo possibile e immaginabile: di comunità di Agape e comunità di Prali, di comunità come gruppo, di insieme di persone con cose in comune o meno.

Parlando di comunità, è stato ovvio e necessario parlare di regole: un gruppo necessita di un insieme di regole per poter vivere bene insieme, perciò esistono le regole scolastiche, le leggi, le regole durante le lezioni di scuola domenicale o di catechismo; ad Agape, però, non si tratta solo di vivere bene, si tratta di condividere ogni momento, di passare ogni attimo in compagnia di persone che conosciamo o meno ma con le quali a fine campo abbiamo instaurato certamente un rapporto, stretto o meno.

IMG-20170626-WA0102[1]

Perché “certamente”? Perché gli anni del Campo Cadetti sono quelli dell’adolescenza dove le amicizie si creano con uno schiocco di dita e nello stesso modo si distruggono; sono gli anni delle piccole scelte e dei grandi sogni. È facile instaurare un rapporto con persone con cui passi tutto il tuo tempo per dieci giorni, così come è assolutamente impossibile non instaurare un rapporto con la staff, che quest’anno è stata davvero fantastica e fantasiosa.

E con questo, invito ogni persona che abbia letto questo articolo a partecipare a un campo ad Agape, perché Agape è uno di quei luoghi, di quelle esperienze, che ti rimangono dentro, sempre.

Dal Campo Cadetti/e 1,

Rachele Mund

Campo invernale: perché sempre film?

Guardare un film è così abituale da sembrare scontato. Eppure ogni volta che passiamo una serata davanti a una pellicola succedono tante cose: ci facciamo domande, pensiamo alla nostra vita, immaginiamo storie possibili anche se fantastiche.

Costruire un intero campo per adolescenti intorno a un film può sembrare un azzardo, ma è una sfida che permette di confrontarsi con la nostra fruizione quotidiana di forme d’intrattenimento. Questa azione critica porta a prendere in considerazione una varietà di temi difficilmente avvicinabili in un contesto diverso. Ogni film ha una propria voce, uno specifico punto di vista sul modo in cui alcune tematiche vengono narrate e quindi percepite dalla nostra società. Analizzando un film, quindi, non ci si pone solamente il problema del ‘Cosa’ ma anche del ‘Come.

L’ampiezza e la complessità dei temi che un film può offrire è particolarmente evidente durante la preparazione del campo che comincia sempre con un momento durante il quale ogni membro della staff mette in tavola le sensazioni e i significati che ha trovato nella pellicola. Questo lavoro di condivisione e analisi è molto importante, proprio per mettere in luce come un’opera artistica possa parlare in maniera diversa con ognuno di noi.

Questa modalità di costruzione del campo, nata come un esperimento, continua a dare ottimi risultati, soprattutto per la particolare struttura del campo invernale. Lavorare con un film permette di costruire un immaginario e un linguaggio comune più velocemente, di immergersi immediatamente nel cuore dei temi e di creare un percorso che seppur breve riesce a trovare sempre un punto d’arrivo. Quel che può variare è l’interpretazione che ciascuno dà allo stesso racconto.

Tra staff e campisti/e, durante un invernale, ci sono normalmente una decina d’anni di differenza di età ed è evidente che si abbia uno sguardo diverso sulla vita. Questo aspetto è la grande difficoltà e contemporaneamente la grande ricchezza del campo. Non sono molte, nella vita quotidiana, le occasioni che un adolescente ha di confrontarsi con degli adulti al netto di una sostanziale differenza gerarchica. E questo è altrettanto vero al contrario.

Così, per sei giorni l’anno, guardando lo stesso film e ascoltando la stessa storia possiamo incontrarci per riflettere e parlare alla pari della realtà attorno a noi, uscendone tutti e tutte arricchiti/e.

Quindi, squadra che vince non si cambia. Ci si vede, un film, il prossimo inverno!

Francesca Gatto e Jacob Zucchi
Staffisti del campo cadetti 3 – Invernale

Rubrica: la prima volta non si scorda mai

Foto di Michele Comba
Foto di Michele Comba

Dimenticati del concetto di vita “normale”, imposto da chissà quale autorità o istituzione o quant’altro, quando entri ad Agape.

Agape é il posto dove ti puoi spogliare di ogni blocco che ti è stato trasmesso; qui ti senti libero o libera di parlare senza provare il senso di giudizio, esiste l’accettazione di un’ idea differente confrontandosi con tante persone diverse fra loro.

Questo è ciò che ho provato al mio primo campo, il campo formazione che consiste nel formare e spiegare come funziona una staff ad Agape. Questo campo credo sia fondamentale considerando che essere uno o una staffista, da quanto ho immaginato, non è affatto semplice e si possono presentare problematiche non indifferenti. Tramite le attività è emerso che in una staff ci deve essere complicità, collaborazione, ascolto, aiuto ecc.. cercando di essere uniti e unite il più possibile.

In questo specifico campo il tema era quello della responsabilità quindi si è cercato di interpellare anche le nostre responsabilità che abbiamo nella vita. Ci siamo confrontati/e molto sia nelle attività sia negli spazi di pausa e relax, per me é stata una vera e propria apertura degli orizzonti.

Agape è un mondo dove non ho vissuto il giudizio e ho assaporato l’amicizia con persone conosciute anche da poco. In questo posto ci ho lasciato il cuore perché é uno dei pochi posti dove mi sono sentita libera di essere me stessa e protetta dalla discriminazione. Sono una ragazza albanese di 18 anni, e in quei giorni ad Agape non ho avuto timore di raccontarlo anzi ho vissuto questa mia diversità come una ricchezza.