Il passaparola ad Agape

Il 31 agosto si è svolta l’annuale assemblea degli amici e delle amiche di Agape Centro Ecumenico (AAACE); il tema di quest’anno era la comunicazione. Dopo alcuni giochi a tema, il pomeriggio è stato dedicato alla discussione, condotta nella forma tipicamente agapina del gioco di schieramento: a un’affermazione, spesso provocatoria, la platea deve rispondere schierandosi a favore o contro; a questo punto comincia la discussione e ogni fazione cerca di convincere il maggior numero di partecipanti.

A partire da questo articolo per quattro lunedì alle 14 pubblicheremo qui un riassunto di ciò che è emerso durante il dibattito, sperando così di portare la questione anche al di fuori delle mura del centro e coinvolgere così anche chi alla AAACE non è riuscito/a a venire. Vogliamo che il sito sia potenziato e sfruttato come forum aperto attraverso i commenti che si possono pubblicare in risposta agli articoli con l’obiettivo di migliorare la bilateralità della comunicazione di Agape e aprire un canale per interfacciarsi a distanza con il centro.

Questo il primo spunto di riflessione:

Il passaparola è l’unico modo di comunicare Agape e farla conoscere?
La maggior parte dei/lle partecipanti si è dichiarata assolutamente contraria: la parola è spettata, quindi, alle poche persone che condividevano la frase, le quali hanno sostenuto che nulla sia tanto efficace quanto la comunicazione tramite il passaparola di chi ha vissuto direttamente l’esperienza di Agape. Per contro, è stato portato l’esempio dei molti flyer e volantini stampati dai campi Gay, Genitori e Figli/e e Lesbico che, secondo l’opinione dei più, hanno incrementato il numero dei propri iscritti. Per il campo Gay, ad esempio, la stampa di materiale promozionale ha risolto l’ostacolo, molto sentito nel mondo omosessuale, di partecipare a un campo in un “Centro ecumenico”. Il fronte dei sì ha ribattuto, tuttavia, che anche la consegna di volantini è più efficace se accompagnata da una piccola spiegazione da parte di chi ad Agape c’è già stato/a. La redazione di Agape Immaginaria ha portato poi l’esempio della proposta ricevuta da parte della Chiesa valdese di Milano, in seguito a un articolo pubblicato su queste pagine, per una possibile collaborazione nel progetto di certificazione sull’eco-sostenibilità “Gallo Verde”.

Si è cercato, a questo punto, di distinguere tra comunicazione nel senso di promozione e comunicazione come informazione a proposito di ciò che ad Agape si fa, riconoscendo in quest’ultima accezione una mancanza di bilateralità che favorisca la discussione e la proposta: il sito, che potrebbe essere sede privilegiata di questo scambio, è giudicato povero, poco aggiornato e statico.

Voi cosa ne pensate?